Un nettare chiamato VINO

Dal volume “ …Sté parole é porta o’ viento. ”

di TULLIO IANNOTTI

Un nettare chiamato VINO

Guarda il calor del sol che si fa vino giunto all’umor che dalla vite sale.

Dante

Ma a proposito di vino il pensiero non può non correre subito a NOE’, l’ultimo dei grandi patriarchi antidiluviani, e primo dei grandi agricoltori della favola umana. La sua vita, infatti, fu interamente dedicata alla terra e, come narra la Bibbia, forse fu il primo a coltivare la vite e a trarre dal succo fermentato del suo frutto, un liquido portentoso, probabilmente non estraneo ai suoi… 950 anni di vita.

Purtroppo, ignorandone gli effetti, cadde ubriaco e da qui il triste contrasto col figlio CAM che, per questo, gli aveva mancato di rispetto.

Noè ubriaco. Certamente ne aveva bevuto molto, ma ancor più certamente non si era reso conto del significato emblematico dell’origine di quella strana pianta, che egli stesso aveva miracolosamente creato.

 

Narra la leggenda, infatti, che solo per caso Noè aveva infilato tre ossi in un ramoscello, seppellendolo nella terra, dal quale poi sarebbero nati rigogliosi grappoli di acini color rubino intenso.

Il primo osso era di uccello; il secondo di leone; il terzo di asino.

Da essi, i diversi stadi ad effetto della mitica bevanda:

= berne un po’ fa sentire leggeri come un uccello;

== berne un po’ di più, forti come un leone;

=== berne molto di più, intontito e sciocco come un somaro.

 Leggeri come uccelli, PLINIO e SVETONIO per i vini delle Langhe, BOCCACCIO per la vernaccia di Corniglio, ORAZIO per i vini del Tuscolo, PETRARCA per quelli delle Cinque Terre, mentre il CARDUCCI si vantò sempre d’aver trovato nell’effervescente vino della sua lucchesia, l’estro ispiratore per far volare le sue ODI BARBARE,

E forti come leoni, dovevano far sentire i fantaccini italici alla conquista delle trincee austriache sulle pietraie del Carso, nel conflitto del 1915-1918, i fiaschi del generoso Barbera scolati prima dell’assalto.

Mentre dell’ottuso stordimento dasomaro, e delle ridicole movenze di chi ne ha bevuto a dismisura, ne è piena la letteratura di ogni tempo.

Ad eccezione della curiosa testimonianza che ci ha lasciato ERODOTO, storico greco del V secolo che, più di tutti, ha scritto sull’agricoltura antica, specie quella degli Egiziani, inventori dell’aratro.

Questi, infatti, narra che i PERSIANI prendevano le loro decisioni più importanti solo quandoerano ubriachi.

Il giorno dopo, da sobri, le controllavano.

Ma se non le condividevano, per prendere quelle definitive, (oggi potremmo dire “da Cassazione”), si ubriacavano un’altra volta.
 

Stampa Email

600 vignaioli appassionati, 50 anni di storie...

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookie Policy